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Silvia Celeste Calcagno (Genova, 1974) fa dell'antitesi la chiave della sua poetica. Da una parte la materia per antonomasia, la ceramica; dall'altra la leggerezza, l'immagine fotografica e il video. I contenuti dei suoi lavori, installazioni performative, racchiudono la stessa dicotomia: bellezza e dolore, carnalità e anima, sangue e pensiero. In una ossessiva riproduzione fotografica di sé, Silvia Celeste Calcagno parla della vita attraverso la morte; del sonno attraverso l'incubo; del dolore attraverso il corpo. Cercandosi e perdendosi nella sua stessa immagine riflessa.